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Giovanna fissò le ombre sul muro, cinque sagome a forma di marionetta che sembravano litigare in una danza aggressiva. Le cinque mele nella cesta brillavano con una luce diffusa, come pezzi di carbone ardente.
Non poteva tagliare le mele, ma forse poteva dividerle in un altro modo? Vista la soluzione alla sfida di Angelo, c’era sicuramente qualche trucco…
Gli occhi di Angelo e Pietro erano puntati su Giovanna, che a sua volta fissava le marionette. Un’ansia silenziosa legava i tre amici. Mefistofele, impassibile come sempre, stava aggiustando un orologio da tasca enorme con un’incisione sul retro di un demone con un alto cappello e lunghi baffi. Chiuso l’orologio con un sbadiglio, si avvicinò a Giovanna con passo felpato.
“Che bello, il silenzio…” sibilò, osservando le ombre insieme alla ragazza. Giovanna sentiva l’agitazione che le faceva tremare le mani, ma si ripeté sottovoce: “Se ti fai prendere dall’emozione, vince lui.”
Cinque mele, cinque figure. Doveva darne una a testa, lasciandone una nella cesta. Quattro mele non erano sufficienti, quindi come poteva rimanerne una nella cesta?
Un’espressione di calma profonda comparve sul viso di Giovanna. Senza una parola, prese quattro mele dalla cesta e ne mise una vicino a ciascuna di quattro ombre sul muro. Poi prese la cesta, con l’ultima mela solitaria rimasta sul fondo, e l’appoggiò ai piedi della quinta marionetta.

“La quinta si prende la mela… con la cesta,” disse, lanciando uno sguardo sfidante a Mefistofele.
Appena Giovanna finì di parlare, le mele e la cesta scomparvero in un lampo di luce gialla. Sul muro, le ombre delle marionette si animarono: ora stringevano tra le mani spettrali le quattro mele brillanti, mentre la quinta teneva stretta la cesta con dentro l’ultima mela. Le mele splendevano di colori irreali, simili a proiezioni attraverso vetrate di una cattedrale.
Per un attimo, il demone parve sinceramente colpito. Poi la sua espressione si incupì. “Accidenti,” borbottò. “Qualcuno qui ha letto troppi libri di indovinelli.” Schioccò le dita e mele, cesta e ombre svanirono in un lampo di luce gialla.
Si girò verso Pietro, che stava festeggiando con gli altri. “Festeggiate pure,” disse aspramente, “visto che la prossima sfida non sarà così banale!” Estendendo il braccio lunghissimo, gli afferrò il colletto e lo tirò a sé. I ragazzi rimasero in silenzio, sorpresi dall’aggressione del demone normalmente composto.
Mefistofele si sistemò gli occhiali e, con un gesto teatrale, fece apparire sul pavimento quattro uova gialle grandi come zucche.
Crac! Con un suono secco, si ruppero rivelando quattro polli che iniziarono a correre in cerchio, chiocciando con agitazione. Pietro li osservò con curiosità, mentre Angelo si nascose dietro Giovanna, che lanciò un calcio verso un pollo troppo vicino.
“Ho quattro polli,” disse Mefistofele, alzando la voce sopra il chiocciare. “Il numero di uova che fanno dipende dalle piume colorate che hanno sulla coda.“
“Che puzza,” commentò Giovanna. “Sembra la fattoria di Zia Maria!” Mefistofele le lanciò un’occhiata assassina, ma proseguì.
“La gallina Padovana ha una piuma rossa e una blu sulla coda, e fa quattro uova al giorno. La gallina Cocincina ha una piuma rossa e due verdi, e fa sette uova. La Moroseta ha una piuma blu e due verdi, e fa cinque uova.” Fece una pausa drammatica, guardando Pietro. “Il gallo Ermelinato, una razza rara e pregiata, ha una sola piuma verde sulla coda. Quante uova fa al giorno?“

Poi tirò fuori da una tasca interna della giacca una clessidra alta ma stretta e, girandola, la posò con un tonfo secco proprio al centro della tavola Ouija. La sabbia nera iniziò a scorrere con velocità allarmante.
“Non perdiamo tempo,” disse Mefistofele, ritrovando il sorriso malizioso. “Altrimenti saremo in ritardo per la pausa caffè. Hai esattamente tre minuti.”
Mentre Pietro iniziava a contare freneticamente sulle dita, Mefistofele spinse Giovanna e Angelo verso l’angolo più lontano. “Neanche un sussurro!” ringhiò, mettendosi in un angolo per evitare i quattro polli impazziti che cercavano disperatamente una via di uscita.
Sfida
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